Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana nasce nel 2014 dopo il conferimento della DOC con l’obiettivo di promuovere la qualità dei suoi vini e garantire il rispetto delle norme di produzione previste dal disciplinare, dedicandosi, inoltre, alla tutela del marchio e all’assistenza ai soci sulle normative che regolano il settore. Ad oggi il Consorzio conta 353 aziende associate, di cui 286 viticoltori (per la maggior parte conferenti uve a cantine cooperative), 1 imbottigliatore e 66 aziende “verticali” — che vinificano le proprie uve e imbottigliano i propri vini — per un totale di 5,5 milioni di bottiglie prodotte all’anno.
La valorizzazione e riconoscibilità del territorio maremmano attraverso il vino è l’obiettivo primario del Consorzio. A tre anni dalla sua fondazione, nel 2014, il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana è in continuo sviluppo con nuove idee per rafforzare la conoscenza della Maremma partendo dal suo prodotto principe, il vino. Fondamentali sono stati l’adesione al piano di sviluppo biennale di promozione e comunicazione della Regione Toscana e l’accesso a co-finanziamenti europei a cui ha preso parte questa realtà giovane, dinamica e con un grande potenziale di crescita, ottenendo ottimi risultati a livello nazionale e internazionale.
“Il Consorzio, con tutto il Consiglio di Amministrazione, ritiene importante farsi agente comunicatore di nuove linee d’azione atte ad esprimere al meglio le caratteristiche naturali della zona della Maremma”, così ha dichiarato in occasione della presentazione del progetto il Presidente, Edoardo Donato, proseguendo: “Due iniziative, in particolare, hanno destato il nostro interesse tanto che vogliamo essere portavoce di un messaggio forte con lo scopo di porre l’accento sull’importanza dell’ambiente, al fine di salvaguardarne lo sviluppo futuro”.
I progetti a cui fa riferimento il Presidente del Consorzio hanno un unico filo conduttore ossia quello della sostenibilità, un concetto sviluppato in forme diverse all’interno di due iniziative:
Primo studio
Nasce grazie al lavoro dell’Università degli Studi di Milano insieme con due cantine cooperative del territorio e due aziende della famiglia Zonin e con l’Unione Italiana Vini;
Secondo studio
Vede l’Università della Tuscia e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa — sotto la direzione scientifica del professor Fabio Mencarelli — tra gli attori protagonisti con la collaborazione attiva della Cantina Coop. Vignaioli di Scansano.
“È necessario affrontare la tematica della sostenibilità da prospettive diverse: quella sociale, ambientale ed economica. Lo studio avvalorato dall’Unione italiana Vini ha il pregio di porre l’accento su tutti e tre questi pilastri”, afferma il Direttore del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.
Stefano Stefanucci, Responsabile Unità Operativa Consulenza e Finanziamenti Unione Italiana Vini Soc Coop., spiega infatti la trama di questa prima iniziativa: “L’Unione Italiana Vini sta portando avanti un progetto dedicato alla sostenibilità a 360° su tutta la filiera perseguendo un obiettivo preciso: garantire l’oggi senza compromettere il domani” e continua: “Stiamo lavorando a un progetto condiviso e pilota che ci permetterà di calcolare i bilanci idrici, la biodiversità, il carbon footprint affiancando la buona prassi in cantina e in vigneto, in modo da garantire i prodotti in termini di qualità, genuinità, ufficializzando uno standard. Ne è un esempio la Certificazione Equalitas che ha il compito di misurare l’evoluzione verso la sostenibilità del settore vitivinicolo italiano in base a parametri ben misurabili”.
Preservare il territorio della Maremma Toscana cercando nuove forme di sviluppo per il futuro è un altro tema da discutere secondo il Presidente del Consorzio che trova conferma nel progetto nato dalla collaborazione con l’Università della Tuscia e un gruppo di aziende guidato dalla Cantina Coop. Vignaioli di Scansano. Benedetto Grechi, Presidente della Cantina lo racconta così: “La Cantina Coop. Vignaioli di Scansano ha aderito con interesse alla 16.2, una misura innovativa che promuove i progetti pilota a sostegno di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie.”
La Cantina Coop. Vignaioli di Scansano ha già messo in pratica le indicazioni dello studio al fine di ottenere sin da subito risultati concreti, ottenendo numerose certificazioni come quella dedicata al carbon footprint, la certificazione ISO. Il punto centrale resta l’utilizzo dell’ozono nei diversi processi, come quello della produzione di vini senza solfiti oppure la cura del vigneto senza l’utilizzo di pesticidi, e ancora per combattere i batteri nelle acque reflue. La Cantina Coop. Vignaioli di Scansano è tra i primi soggetti ad aver richiesto la PEF, detta anche Impronta ambientale dei prodotti (Product Environmental Footprint).
L’evento riunisce i migliori talenti francesi e italiani con l’obiettivo di affrontare temi come l’innovazione tecnologica, professionale e sociale in viticoltura, ad esempio l’utilizzo dei droni nei vigneti e l’agricoltura di precisione, senza trascurare le nuove frontiere del biodinamico.
Questi argomenti sono da sempre oggetto d’attenzione da parte del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, che sostiene tutte le iniziative che possano portare alla valorizzazione di valori eco – sostenibili valorizzando il territorio e gli operatori che vi operano. Di innovazione in vigna in Maremma ne ho parlato su un articolo pubblicato sul Gambero Rosso > QUI
Un altro passo importante intrapreso dal Consorzio è stato la modifica del disciplinare di produzione della DOC Maremma, il cui iter è stato ufficialmente approvato il 14 luglio dello scorso anno dall’assemblea dei soci. A cinque anni dal riconoscimento della DOC Maremma Toscana (2011), i produttori hanno avvertito l’esigenza di rivedere le norme che regolano e disciplinano la produzione dei vini di questa importante Denominazione, ottenuta nell’intero territorio della provincia di Grosseto, adeguandole alle richieste del mercato e colmando alcune lacune esistenti.
“Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana è nato due anni fa con l’obiettivo, tra gli altri, di tutelare e salvaguardare la DOC Maremma Toscana, intervenendo, se necessario, anche sulle regole che ne disciplinano la produzione. Siamo soddisfatti di aver concluso positivamente e in modo così celere la prima parte di questo importante percorso, che porterà la DOC a un disciplinare di produzione più adeguato alle esigenze del mercato e del territorio” – dichiara Edoardo Donato, Presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.
Le principali modifiche riguardano la revisione della base ampelografica prevista per la produzione delle tipologie Rosso e Bianco, eliminando la presenza obbligatoria di un solo vitigno prevalente (Sangiovese, per almeno il 40% nel caso del Rosso, Vermentino e/o Trebbiano toscano, nel caso del Bianco) e consentendone la produzione con la presenza, da sole o congiuntamente, delle prime cinque varietà a bacca rossa e bianca più coltivate sul territorio, per un minimo del 60%.
Verranno ammesse e inserite nuove tipologie varietali e, in particolare, Cabernet Franc e Petit Verdot, molto diffuse in Maremma con superfici intorno ai 170 ettari, e Pugnitello, un vitigno autoctono del territorio, reperito nel 1978 in un vecchio vigneto vicino a Cinigiano e oggetto di sempre maggiore interesse da parte dei viticoltori maremmani.
Viene inoltre consentita la possibilità di presentare i vini della DOC Maremma Toscana con l’indicazione in etichetta di due varietà, inserendo quelle che comunemente si chiamano tipologie “bivarietali”, una novità assoluta fra le DOP Toscane (ad oggi, infatti, i bivarietali sono consentiti, in Toscana, esclusivamente per i vini IGT).
Sarà introdotta la tipologia Rosato per il Vino Spumante e per alcuni vini varietali da uve a bacca rossa (Alicante, Ciliegiolo, Sangiovese, Merlot e Syrah) e la menzione tradizionale “Governo all’uso toscano”, che sarà utilizzabile solo per il vino Rosso e per la tipologia varietale Sangiovese.
Altro elemento di caratterizzazione dei vini della DOC sarà rappresentato dall’inserimento della qualifica Riserva, ma solo per il tipo Rosso e Bianco con la previsione, nel primo caso, di un invecchiamento obbligatorio di due anni di cui almeno sei mesi in botti di legno, mentre nel secondo di un affinamento minimo di un anno.
Una delle modifiche probabilmente più rilevanti per la tutela della qualità e della reputazione dei vini della Denominazione è la previsione della restrizione dell’imbottigliamento alla sola zona di produzione e alle aree limitrofe. Questo renderà possibile, fatte salve le deroghe che comunque la norma nazionale e comunitaria pone a salvaguardia dei diritti acquisiti, l’imbottigliamento nella provincia di Grosseto e in alcune province della Regione Toscana, consentendo di garantire l’origine dei vini e assicurare l’efficacia dei controlli.
Modifiche minori, infine, riguardano l’inserimento di un limite temporale per l’immissione al consumo dei vini rossi della DOC (non prima del 1° marzo dell’anno successivo alla vendemmia) e la limitazione d’uso di alcuni recipienti per il confezionamento dei vini.
Il prossimo passo sarà l’istruzione della domanda da inoltrare agli uffici regionali e al Ministero delle politiche agricole. Le nuove regole saranno applicabili, con molta probabilità, a partire dalla prossima vendemmia 2017.
Consorzio Tutela
Vini della Maremma Toscana
Via Uranio, 70
58100 Grosseto